https://open.spotify.com/episode/6vn49IMCJMGX5MVGm7848N L’ospite che avremo il piacere di intervistare oggi è l’imprenditore Guido Polito, Amministratore Delegato…
La storia del Gambero Rosso e il potenziale del food italiano. Intervista a Paolo Cuccia, Presidente del Gruppo Gambero Rosso
L’ospite di oggi è l’imprenditore e il manager Paolo Cuccia, che inaugurerà la nuova serie tematica del Podcast Inside Finance dedicata al settore Food italiano.
La sua carriera professionale è decollata a partire dal 1978 quando ha ottenuto il suo primo incarico nel Controllo di Gestione di IRI Italstat.
Dimostrato il suo talento manageriale, nell’82 fu nominato Vice Presidente Corporate Banking della Citibank N.A e Direttore Generale della Citinvest S.p.A..
Sei anni dopo fondò la Europa Investimenti S.A.P.A. di cui fu Amministratore Delegato fino a quando divenne Direttore Centrale della Banca di Roma, dove si è occupato in particolar modo di curare l’Area Finanza e di guidare la rinnovazione ed il successivo rilancio della Banca Nazionale dell’Agricoltura (BNA).
Fino al 2003 fu anche Amministratore Delegato di Acea, una multiservizi impegnata nella gestione di reti e servizi nei settori di elettricità e acqua del Comune di Roma, che ha trasformato in S.p.a. e di cui successivamente ha incentivato la quotazione in borsa e l’internazionalizzazione.
In seguito, fino al 2008 fu nominato Corporate Executive Vice President della banca d’affari olandese ABN AMRO.
Dal 2006 al 2007 ricoprì poi la carica di Vice Presidente e membro del Comitato Esecutivo di Capitalia S.p.a. E dal 2008 al 2011 fu Membro del Consiglio di Amministrazione e Membro del Comitato di controllo interno della prestigiosa società italiana Bulgari.
Dal 2004, per cinque anni, ricoprì anche la carica di Presidente della EUR S.p.a., azienda per la gestione delle proprietà immobiliari a Roma.
Per quanto riguarda invece gli incarichi attuali: egli è Presidente della Artribune S.r.l.; Consigliere di Amministrazione in Astaldi S.p.A. e Techedge S.p.A. ed infine, incarico che interesserà prevalentemente la nostra chiacchierata, è Presidente della Gambero Rosso Holding S.p.A.
La società in questione è quotata sul mercato dell’AIM Italia nell’indice FTSE AIM Italia.
Gambero Rosso è una società editrice italiana specializzata in enogastronomia, la maggiore in Europa. La società si occupa, attraverso la pubblicazione di guide, trasmissioni televisive, una web tv, diverse applicazioni mobili e una rivista mensile, di formazione professionale e della promozione del Made in Italy all’estero.
Inizieremo la chiacchierata di oggi chiedendo di spiegarci la sua storia al Gambero Rosso. Ripercorreremo insieme le origini del Gambero, da quale intuizione è stato originato e come si è adattato nel tempo alle diverse situazioni socio-economiche mondiali.
Sposteremo poi il discorso sull’Italia, com’è vista all’estero e quali sono i nostri punti di forza e di debolezza, insieme al potenziale ancora inespresso del settore food italiano. Spesso ci ricollegheremo anche a discorsi fatti in altre nostre precedenti interviste (Napolitano e Boselli in particolare modo) soprattutto per poter mettere a confronto il parere di diverse personalità sulle stesse problematiche.
Concluderemo l’intervista chiedendo qualche consiglio per i giovani imprenditori o manager emergenti e infine vi lasceremo con le raccomandazioni finali che Paolo Cuccia ci regalerà.
circa un anno fa #cuccia, #economia, #finanza, #food, #gamberorosso, #italia, #management
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Buongiorno agli ascoltatori e benvenuti al podcast Inside Finance. Ho il piacere oggi di intervistare Paolo Cuccia, presidente del gruppo Gambero Rosso. Paolo Cuccia è laureato in Ingegneria presso l’Università Sapienza di Roma e ha conseguito un Master in Business Administration presso l’Università Bocconi di Milano. Dal 1982 al 1988 è stato Vice President Corporate Bank di CityCorp e in CityInvest SPA ha ricoperto il ruolo di direttore generale.
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ha operato sia a livello nazionale che internazionale ed è stato premiato nel 1995 come uno dei cinque relationship manager del gruppo a livello mondiale. Dal 1988 al 1992 è stato amministratore delegato di Europe Investimenti. Dal 1992 al 1997 ha ricoperto il ruolo di direttore centrale area finanza di Banca di Roma SPA. Durante il suo mandato ha partecipato alla fusione e organizzazione delle tre strutture bancari di provenienza, Cassa di risparmio di Roma,
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Banco di Santo Spirito e Banco di Roma. Come amministratore delegato di ACA-SPA, dal 1998 al 2003 ha curato la trasformazione da municipalizzata in Società Operazioni e la successiva quotazione di successo. E’ stato Corporate Executive Vice President di ABN Amro dal 2003 al 2008. Sotto la sua presidenza, dal 2004 al 2009, EUR-SPA ha recuperato la redditività e realizzato in finanza di progetto l’opera di Massimiliano Fuxas denominata Nuvola.
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In capitale SPA ha ricoperto il ruolo di vicepresidente e membro del comitato esecutivo nel biennio 2006-2007, di particolare rilievo la finalizzazione dell’operazione di fusione con il gruppo Unicredit. Come consigliere di amministrazione indipendente in Bulgari e SPA, dal 2008 al 2011 ha accompagnato il rilancio aziendale e la successiva vendita al gruppo LVMH, mentre in Anstaldi SPA è consigliere di amministrazione indipendente dal 2010 ad oggi. E inoltre è consigliere di amministrazione di Equalitas, società
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che mira la diffusione della sostenibilità nel mondo viti vinicolo italiano. È professore straordinario presso l’Università Mercatorum, membro del comitato scientifico Mastering Food and Wine Business presso l’Università Lewis, docente di Marketing e Comunicazione presso l’Università Soror Solo Benin Casa e docente di Economia e Marketing presso l’Università Yulm. Nel 2011 ha fondato Art Tribune diventandone presidente, nel 2016 ha istituito Start Boot Camp.
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primo acceleratore italiano di startup dedicato al Foodtech, di cui è vicepresidente, e dal 2008 presidente del gruppo Gambero Rosso. Nonostante non abbia bisogno di presentazioni, è utile ricordare alcune informazioni introduttive sul Gambero Rosso. Gambero Rosso è la piattaforma multimediale e multicanale leader nel wine travel food made in Italy. Nata nel 1986 in oltre 30 anni di attività, il Gambero Rosso si è affermato come punto di riferimento per appassionati, trade ed esperti, del comparto agroalimentare ed enogastronomico.
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un magazine mensile, 13 guide che raccontano il meglio dell’enogastronomia italiana, con edizioni tradotte in cinese, giapponese, inglese e tedesco, rivolte al mercato estero e contenuti digitali che vengono diffusi ad oltre 300.000 contatti in Italia all’estero. Nel 1999 il Gambiero Rosso crea il primo canale televisivo interamente dedicato al Food and Wine, oggi trasmesso sui canali Sky 412 e Sky 132.
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una piattaforma formativa alla Gambero Rosso Academy, che spazia da corsi per appassionati nelle Academy italiani di Roma, Torino, Palermo, Napoli e Lecce, ha esperienze formative professionale e post laurea in collaborazione con le più importanti università in Italia e all’estero. È la più ampia piattaforma formativa professionale e managgierà in Italia e all’estero, con una storica offerta di corsi in presenza, ampliata con quella digitale a distanza. Gambero Rosso oggi supporta nella promozione le aziende eccellenti del comparto.
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grazie a uno strutturato roadshow di eventi che raggiunge le principali città italiane e oltre 30 capitali mondiali per promuovere prodotti, territori e stili di vita italiani. E’ quotata sul mercato AIM Italia, mercato alternativo al capitale di Borsi Italiana, nell’indice FUZI AIM Italia. Benvenuto quindi a Paolo Cucce grazie della tua partecipazione. Iniziamo con la prima domanda.
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Come la tua storia arriva al gambero rosso? Per certi versi la storia, la mia storia, la storia in generale è fatta di bivi. Certi bivi proseguiamo per la nostra strada, altri bivi giriamo. Io tendenzialmente sono una persona curiosa, ho avuto tanta opportunità dalla vita, sono una persona che mi deve definire fortunata e a un certo punto nella mia vita professionale che è stata come sarà l’insegna.
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di managerialità all’interno di aziende grandi, grandissime a livello internazionale, a livello nazionale, mi sono trovato in consiglio di Amnesty for the Gamble, mi hanno chiesto, il fondatore mi chiese di dargli una mano in una fase di cambiamento. Devo dire che a proposito di eventi della vita, il mondo…
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dell’agricoltura, dell’agroalimentare. L’avevo sempre l’ambito. Quando tornai dagli Stati Uniti dovevo cominciare ad operare all’interno della CityCorp mi fu affidato una specializzazione del settore dell’agribusiness, quindi grandi mercati di grani, grandi mercati di commodities. Poi quando fu chiamato alla
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che come direttore finanziario del rilancio della Creanda, della Creata Banca di Roma, mi fu affidata la valutazione e lì il rilancio della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Quindi, anche in queste due fasi precedenti della mia vita, anche se in maniera ridotta, sono rimasto colpito dalla…
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fondamentale importanza del settore agricola, alimentare, del food, con tutte le ricadose che ci sono nel campo del turismo e l’ospitalità. In Italia in particolare c’è l’Italia tributaria, questi settori anche per gran parte la meccanica.
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il mondo del trattamento, del packaging, del bottling, abbiamo la più grande azienda di tappi a vite del mondo, quindi è una filiera molto importante, non tutti siamo appassionati di questi dettagli ma non tutti lo leggiamo al Paese e non lo legge, questa è l’integrità.
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Tutto insieme rappresenta il quinto del PIL, molto di più in termini di export. E quindi mi trovai mentre stavo completando l’operazione di vicepresidente di Capitalia, come ricordi, che stava accompagnando la fusione con un e-credit. Mi trovai questo consiglio di questa antica solita’ l’epoca PIL.
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una società molto divertente, una connotazione geniale, fondata dalla genitalità, voglio ricordarlo di Stefano Bonilli, in fase in cui l’azienda non andava bene. Quindi, come dicevo prima, nei bivi della storia e delle storie umane, poco alla volta ho cominciato a occuparmi più direttamente, non ho abbandonato una mia passione per la finanza. Come sai bene, ho investito in altre startup e da allora ho trovato, casualmente, ormai
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cosa che mi fa divertirmi con questo oggetto straordinario del gambe rosso è anche all’interno di questo settore importantissimo per la nostra economia.
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Grazie Paolo, ma volevo dirti come nasce il gambero e quali erano le sue finalità iniziali.
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Stefano Bonilli era un giornalista del Manifesto che amò alla età degli anni 80 e aveva una passione per il settore del cibo, del vino, in particolare lui lo aveva per il cibo, per la ristorazione e comincia a produrre questo inserto all’interno del Manifesto e poi si fa prendere dall’entusiasmo e crea una società separata, porta con sé degli esperti di vino, i primi due nasce una società editoriale all’epoca.
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l’attività esclusivamente quella del settore del publishing, cominciano due prodotti editoriali, il magazine, che ancora oggi è mensilmente edito non solo in italiano, ma da quando sono arrivato anche in inglese, la guida, la prima guida, la guida dei vini, oggi le guide sono 17, quella dei vini è tradotta in cinque lingue, e quindi nasce questo editore.
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un editore di Vace, un settore che stava cambiando, l’Italia era ancora quella del fiasco di vino, c’era appena stato lo scandalo del vino al metanolo che aveva.
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sindromi molto gravi, addirittura dei morti e quindi un’Italia che in questo settore prendeva coscienza. Faccio una piccola parentesi storica, come sai sono appassionato di storia, ho conosciuto Giulio Andreotti nella fase precedente della mia vita e quando Giulio Andreotti è morto ha lasciato il suo archivio, un amico curatore di questo archivio, Giulio mi ha invitato, mi ha fatto vedere che Andreotti aveva conservato qualcosa come il 1700 menu di stato, ricordiamoci
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anni appena è finita la guerra diventa sottosegretario, ha l’esidenza del Consiglio, quindi c’erano circa 50 anni di menù e la cosa che colpiva è che fino agli anni 60, inizio degli anni 70 c’erano pranzi, scene di stato in Italia, all’estero, i nostri governanti e in molti casi c’erano ancora le bontà che il nostro paese sa produrre, ma i vini erano francesi, quindi dagli anni 70 e in periodo degli anni 80 il mondo del vino, il mondo del cibo italiano passa ad essere una buona cucina, buone produzioni, appunto il nostro paese prende coscienza
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oggi diventa l’industria che prima descrivevo. Hai capito? Non sapevo questa cosa del menù. Grazie per la condivisione, perché insomma è una cosa simpatica che non avrei mai immaginato.
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Ti chiedo, questo è il gambero di ieri, come è nato i suoi primi passi, etc. Ma cosa è cambiato negli anni e soprattutto come vive oggi il gambero, gli attuali accadimenti socio-economici? Allora, il gambero della fine degli anni 80, anni 90, prosegue, quindi prima di mio arrivo, in alcune intuizioni, intuizioni importanti nel campo del web. Già allora, primo canale televisivo.
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tematico totalmente dedicato al one and food del nostro paese. All’epoca come fornitore terzo il canale era il canale della Rai che poi approva sulle piattaforme digitali. Quando arrivo stringo un rapporto con Sky estremamente importante. Oggi abbiamo due canali televisivi il 412 e il 132 su Sky e siamo su Sky Go.
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parte prima del mio arrivo l’attività di formazione molto in campo culinario e questa brillantezza, questa dinamicità, questa intelligenza però da un certo punto in poi comincia a non produrre più marginalità, va in perdita, va in pesante perdita, quindi quando io arrivo in azienda, l’azienda perdeva, perdeva probabilmente perché non aveva razionalizzato, come succede spesso nella prima generazione di imprenditori, quelli che erano le priorità, non erano
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importanza del controllo di gestione, organizzazione molto appettine, c’era una serie di attività che però nessuna parlava con le altre. Io intuisco che bisognava riportarla in profitto, intuisco che non necessariamente inseguire il fatturato, quindi che c’era il fatturato fosse la scelta giusta e perseguire le attività che davano più immarginalità, ma direi che il grande cambiamento alla fine attiene alla comprensione che questo DNA straordinario
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che era stata la base della creazione del gambelo, poteva essere usata in maniera diversa. E qui mi vengono in soccorso le mie esperienze pregresse perché alla fine la mia rilettura nasce proprio dalle guide, dalla prima guide a quella del vino. Mi rendo conto che il guido del vino è un sistema di rating, cosa che come c’è avevo fatto precedentemente occupandomi di operazioni di finanza straordinaria, quindi missione obbligazionaria e azionaria. Quindi l’importanza è il rating, che vuol dire fondamentalmente tradotto nel cibo del vino.
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produttore se vuoi emergere devi fare sempre meglio, quindi i punteggi 3 2 1, 3 bicchiere, 2 bicchiere, 1 bicchiere, 3 foglioline, nelle guide poi che gli ben successivamente di oli o 2 foglioline o 1 fogliolina, sono un modo per far comprendere quanto è importante competere in termini di qualità e dall’altro lato per i consumer fa…
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possibilità di leggere e di scegliere, di leggere, analizzare i prodotti, scegliere per qualità e quindi anche un messaggio per gli stessi. E quindi da questo sistema di rating percepisco che ci sono una prima opzione che oggi per noi è stata estremamente importante quella di far comprendere i prodotti italiani a livello internazionale con un sistema di facile lettura e grazie alla reputation del gambero di grande affidabilità e quindi di accompagnare le imprese all’estero.
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2020, questa è un po’ una parentesi, poi ne parleremo. Nel 2019 abbiamo avuto qualcosa come 50 eventi, organizzato 50 eventi B2B in 30 paesi del mondo, dove fondamentalmente c’è questo incontro di offerta dei prodotti italiani con tutti.
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mondo il trade, il mondo dei giornalisti, il mondo degli influencer e in maniera molto efficiente e efficace, con costi anche molto competitivi, i produttori possono in una giornata incontrare tutto il trade dei paesi più importanti, che per esempio risidiamo con più di 75% dell’exporto dei prodotti italiani. Ottimo Paolo, non sapevo degli event degli altri paesi, ci torniamo volentieri poi parlando del settore food e del suo potere verso l’estero.
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Ti volevo chiedere, visto che ci hai raccontato la storia del gambero e come è arrivata fino ad oggi, qual è la tua vision per il futuro anche magari facendo un accenno a come si sta comportando il gambero rosso in questa fase attuale di mercato?
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La mia visione da un lato è molto semplice, il mondo del wild food, il mondo dei prodotti agricoli, agroalimentari e della ricaduta, come dicevo è importante sul turismo e lo gastronomico, deve proseguire quello che ha fatto nel decennio dopo la crisi economica finanziaria 2009, dove è stato l’unico settore che ha costantemente tenuto a livello nazionale e ha visto che rischia le esportazioni di circa un 7% composto per anno, quindi continuare in quella strada.
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Qui non avevo citato precedentemente l’altro struttore che copre il gambero, che ho portato il gambero a sviluppare, che è quello della formazione. Formazione non soltanto quella specifica che come dicevo era stata originata dal fondatore, ma sempre più formazione che vede i soft skills, come è importante, quindi la capacità di comunicare, la capacità di promuoversi, la capacità di raccogliere fondi.
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Prima l’inizio quando sono arrivato ho fatto da soli, poi con grandi università abbiamo un master paritetici con Jülm Lluis che io ho convinto ad affrontare questo stile come determinante per l’economia italiana e più di recente è entrato per una decina strategica nel capitale di Gambero, una pochina di minoranza ma molto importante con me, il genio dell’economia italiana, forse la startup, dico io di maggior successo, Unipegaso. Unipegaso è la più grande università telematica d’Europa, fondatura a 42.
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anni e ha venduto il 50% a CVC a 500 milioni. Quindi è un signore che ha capito prima delle grandi inerzità, prima di altri, anche negli altri paesi, quanto la formazione ormai debba essere a distanza. Con lui stiamo lavorando sempre di più per fare formazioni a distanza in Italia e farla partire all’estero. Perché la formazione è importante? E qui torna la tua domanda su quello che sta succedendo e quello che deve succedere. Direi in generale perché il mondo post-COVID probabilmente quasi sicuramente non sarà del tutto simile
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digitalizzazione era importante e sta ulteriormente accelerando, quindi perché ci sarà bisogno sempre più di formazione. L’Italia come sappiamo tutti è, a noi, un paese a bassa scolarizzazione, un paese dove anche i studi tecnici che hanno buoni o già hanno meno mezzi per finanziarli, e quindi ci sarà sempre più bisogno di una formazione continua a costi con tecnologie che renda possibile offrirla a distanza a costi competitivi. Quindi penso che ne verremo
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fuori anche in questa fase molto difficile coloro uguali anche nella tua, nella mia, nella nostra vita quotidiana si sono attrezzati per i delivery, si sono attrezzati per farti vedere la pescheria la mattina su un piccolo filmato col pesce che è arrivato, il pescivendolo si è organizzato prima degli altri a fare questo, quindi dai piccolissimi del dettaglio ai grandi dell’economia chi saprà cavalcare il cambiamento. Sì credo anche che magari chi non riesce oggi
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ma non ha molte carte da giocare, magari può cogliere l’opportunità proprio per formarsi e per pensare alla fase successiva. Io quello che critico molto è le lamentele che leggiamo tutti i giorni sui social e anche i giornali, lamentele verso variabili esogene quando invece ha un’opportunità per filare la lama, non so se sei d’accordo. Ma penso di sì, penso che ci saranno morti e feriti.
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penso di esagerare, penso che i provvedimenti in atto siano importanti, che il governo sta portando avanti, le grandi imprese comunque sono analizzabili, sono strumenti per aiutarli sia al sistema bancario o alla borsa, c’è un intervento di ristoro.
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come è stato definito su tutti i piccolissimi. Penso che le imprese intermedie sono quelle che soffriranno di più o avranno più opportunità come stavamo dicendo, perché siamo un paese imprenditori, perché siamo un paese della biodiversità. L’ho citato prima, il fondatore del Gambra era molto bravo ma certamente è un paese che ha 600 vitigni autotoni, centinaia di cultivar di olio.
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numero uno al mondo per la biodiversità, nonostante siamo uno dei pesi più piccoli al mondo, solo 1200 chilometri di lunghezza, fa sì che questa enorme ricchezza sia beneficio che il clima, la natura, la provvidenza ci ha dato, di contro sia uno delle motivazioni del nanismo della parcellizzazione comunque delle imprese e da questo punto di vista quindi esaminavamo ieri in un webinar.
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con altri imprenditori, aspetti legati a ricambio generazionale, a ricambio manageriale. In questi campi l’Italia è in ritardo, quindi ci vuole un colpo di remi, ci sono imprese che ce la fanno, che ce la faranno, non necessariamente grandi, in Italia ci possono essere le imprese dove le nicchie possono essere anche… si possono cavalcare, si possono difendere, però c’è un cambiamento di attitudine, un cambiamento di passi.
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Guarda Paolo, io farei un’ultima domanda sul gambero e poi andrei a fondo sul settore prospettive, anzi mi è piaciuto molto questo messaggio così positivo dell’Italia sotto il profilo della biodiversità, ecco è una cosa che non avevo considerato ed è un grande dono che sicuramente dobbiamo fare del nostro meglio per valutare. Quindi ti volevo chiedere quali sono gli insegnamenti che puoi trarre dalla storia del gambero rosso?
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Ma un combinato della genialità diffusa, in questo caso appunto di chi l’ha fondato, con l’esigenza di strumenti culturali, strumenti manageriali e teoanti, sicuramente per me è stato più facile rispetto a lui, al fondatore, intuire come attività che avevo visto svolgere in altri settori, l’attività di valutazione di aziende.
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passi per 30-40 anni di credito, quindi avevo una visione laterale delle attività, sia dal punto di vista di quello che si faceva, della possibilità di recuperare la reddittività, ma anche di ampliamenti. Oggi, darti un numero, solo il 13% del fatturato è editoria, 30 anni fa era il 100%. Forse è utile menzionare come sono chiusi tutte le attività editoriali.
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quello che è successo con la digitalizzazione con gli OTT Fagam statunitensi. Quindi direi che l’esperienza del gambero mi conferma che il mix migliore è quello di una creatività, di una generalità, di una forza vitale dell’imprenditore italiano, che sono tanti, sono milioni, e sempre più però l’esigenza di dotarsi di management e strumenti culturali e formativi come già dicevo.
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di cui esperienza proprio che mi ha visto dall’altra parte era barricare. Mi sono occupato come banchiere, come esperti di mercati, di finanza delle aziende e poi ho messo le mani in pasta e ho visto che non è facile ovviamente. E quindi ancora più la mia stima per gli imprenditori italiani è cresciuta già l’avevo, ma è cresciuta ulteriormente e dall’altro lato dobbiamo cambiare passo. Poi se cambiare passo non abbiamo però come Paese messo questo come priorità, come Gambor mi dovrò parlare proprio perché siamo un osservatorio.
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in questa fase con strutture della buroccazione nazionale e ripeto questo ritornello che ho già avuto con te, con chi ci ascolta, Education First, quindi la prima infrastruttura di cui il nostro pensamento è bisogno è proprio quella educativa. Ahimè non credo di sbagliarvi nel dire che non la trovi nelle prime 15 pagine di nessun giornale, di nessun telegiornale e quant’altro, quindi è giusto pensare all’infrastruttura sanitaria.
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strutture fisiche che il nostro Paese ha ancora bisogno, ma se non ci rimettiamo a studiare, a studiare ovviamente con un’ottica molto pragmatica, molto pratica, peschiamo addirittura di non usare bene i nostri fondi. Stiamo pensando di fare con alcune strutture pubbliche dei corsi di formazione su come accedere ai fondi e come utilizzare i fondi, ovviamente è il nostro comparto. Quindi come vedi io ho beneficiato, il gambero beneficia di un trascorso non soltanto settoriale, non soltanto domestico.
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Devo dire tante, se o me, anche belle notizie che danno la spinta giusta per vedere le nuove prospettive, ma proprio al riguardo delle prospettive. Da manager e anche imprenditore, quindi per definizione ottimista, quali sono le opportunità che vedi oggi per il Paese e per il settore food in particolare?
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Ma io penso che questo paese ha enormi risorse, un paese che sappiamo la contabilità del paese non solo luci o ombre ma di tutta bianca e neri, è uno dei più alti indebitamenti pubblici al mondo e contemporaneamente è la più alta ricchezza privata.
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Quindi è un Paese che non ha pagato le tasse. Occorre alcune molte categorie, molti soggetti non hanno pagato le tasse perché sennò non ci sarebbe questo divario. Se in altri Paesi se facessimo una contabilità saldi chiusi, quindi la ricchezza pubblica privata siamo un Paese.
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devessi più ricchi del mondo da questo punto di vista o meno indebitati a seconda di come lo vuoi guardare. Primo, quindi vedo un paese che se progressivamente cominciamo tutti a pagare le tasse potrà andare meglio. La mia grandissima preoccupazione è di natura sociale, di cosiddetti trend, curve di lungo periodo. Questo è un paese che ha la combinazione di un numero di anziani rilevante e viva a Dio. Per fortuna l’aspettativa di vita è la più alta o…
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tra le più alte del mondo. Abbiamo però contemporaneamente la più bassa natalità del pianeta occidentale, molto occidente. Quindi se non ci fossero, continuassero immigrazioni, non saremmo ridotti, mi sembra di un terzo, nel giro di 20 anni. Quindi un paese che ha scelto la decrescita della natalità è un paese fondamentalmente che crede poco in se stesso, un paese di persone davanti agli anni.
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sono più caute quindi questa è la problematica più ampia. Avendo gli aspetti industriali invece è un Paese che ha vitalità, un Paese che ha un saldo di esportazioni più alti d’Europa secondo solo la Germania, un Paese che ha industrie piccole ma di grande qualità, ha una variegata espressione industriale e quindi è di nuovo un aspetto positivo. Un Paese che in ritardo nella ricerca, un Paese che fa ricerca sul prodotto ma non fa ricerca scientifica.
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L’Europa è in gravissimo ritardo un’intelligenza artificiale, se vogliamo chiamarla così. Io credo che l’intelligenza sia umana, ma chiamiamola come la chiamano tutti, intelligenza artificiale. Quindi penso che è un Paese che ha difficoltà a competere nella nuova generazione di servizi e di prodotti. Di contro è il Paese più ammirato del pianeta, non solo la nostra cucina, con la nostra cucina ci torniamo. Avendo viaggiato nella mia prima vita di banca e finanza, adesso questa di cibo nei quattro angoli del pianeta, cosa che mi ha arricchito moltissimo.
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Va, dai, lo dico, senti, senti.
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il Covid a Taiwan e ho incontrato per la prima volta un signore importante, espressione dell’economia di Taiwan e questo appena mi ha incontrato l’ho detto lei è italiano e si è messo qua sull’attenti, cioè un atto di rispetto. Lui non sapeva se fosse bravo, cosa andava a fare, la prima volta ci vediamo e quant’altro, il fatto di essere italiano è ridotto un valore nel mondo, perché siamo creativi, perché siamo simpatici, perché il paese è bello, perché ha il più alto patrimonio artistico-virtuale dell’umanità. Quindi questi sono gli asset non esclusivi
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su cui ripartire. Il ministro Franceschini da tempo parla dell’Italia dei Burgi, l’Italia all’aria aperta, l’Italia che ha 59 siti unesco, l’Italia che ha 17 parti nazionali, quindi un’Italia bella, buona, si mangia bene. Un’Italia anche della tolleranza, paragonata con altri paesi, probabilmente perché abbiamo avuto finesso un benessere economico ben diffuso. Quindi se siamo in grado di partire da questi asset, abbiamo pochi competitor al bordo.
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Dobbiamo farlo però perché non abbiamo un ministero del turismo. Per come andare ai paesi arabi e scoprire che non hanno il ministro del fedorio. Ecco, c’è un paese un po’ folle da questi punti.
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riguardo alla reputazione non credi che sia una grande reputazione a livello di prodotti e di persone ma a livello di paese potremmo avere una reputazione migliore parlavo l’altro giorno nell’intervista a Fernando Napolitano che effettivamente c’è una grande carenza di comunicazione in lingua inglese cioè a noi a livello istituzionale di comunicazioni sul sistema paese in lingua inglese ci ne abbiamo molto poche per poter contrastare i grandi media
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vogliono senza contrasto. Tu che ne pensi di questo?
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Ma io penso che sia vero quello che stai dicendo e poi dici a Fernando che sono molto attenta, che ha fatto molto bene e fa molto bene anche nel promuovere il nostro paese in particolare in Stati Uniti. Penso che le statistiche ufficiali effettivamente ci vedono non molto in alto. Quindi la reputazione fatta di statistiche certamente non siamo in testa alle classifiche e non siamo neanche secondo Ibrali a comunicare queste cose. Ti racconto un fatto personale che ha a che fare con lo Stato. Io ho fatto il master alla Bocconi e ad un certo punto, essendo stato nominato Bocconiano dell’anno,
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prima di cui sono grato al Mamater, mi hanno chiesto di fare da consulente l’associazione degli alunni Bocconi e mi sono trovato a rifare dei sistemi di partecipazione ai reenchi internazionali dell’università, questo era ormai una ventina di anni fa. E mi reso conto allora che la Bocconi già allora, cosa poi invece riuscita a fare, era Comunque.
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di grandissima qualità ma non comunicava bene i propri dati, non comunicava ad esempio il dato principale di quant’è la remunerazione prima dell’ingresso nei master e all’uscita che sa che è il parametro, ovviamente per tutti, tra tutti, è più evidente l’opportunità di investire dei soldi e del tempo nel fare un master. Però andando all’Italia credo che le statistiche comunicamo male, è vero che in tante cose non siamo ancora sufficientemente, uso il termine forte, civilizzati, è altrettanto
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l’ordito manda i suoi amici. E qui tornando al tema che dicevo prima del turismo, poi i prodotti vanno da soli, sono buoni, i nostri prodotti sono buoni e apprezzati in tutto il mondo. Dobbiamo lavorare molto più sul turismo, dobbiamo rendere sicuri alcune aree.
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del paese che lo sono meno, ma ricordiamoci quanto sono problematiche le periferie degli Stati Uniti, perché è un paese che amo molto, che rispetto molto Washington, la capitale, ma in certe zone ti raccomandano fortemente di non andarci proprio. Da noi se vogliamo fare un paragone, di andare un po’ veloce in qualche periferia, ma insomma non è altrettanto pericoloso. Scusa, fammi fare un distinguo. La reputazione degli italiani è altissima. È l’Italia.
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che contraddendente al detto fatta l’Italia per fare gli italiani non è accaduto ancora. Quindi singolarmente siamo straordinari, imbattibili e lo vediamo anche, ma generalmente, nei grandi multinazionali del pianeta.
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mia moglie lavora nel Vemash come sai, non è il grande capo, ma insomma i suoi grandi capi sono tutti italiani. Cioè il signor Arno come numero uno della holding, come numero uno della perla dei suoi occhi, cioè Dior, ha due italiani. Ecco quindi gli italiani hanno una grande reputazione, in realtà un po’ meno. Ma a tuo parere quali sono degli spunti per i pods makers? Che faresti al posto loro per promuovere la reputazione del sistema Italia? Non vorreste ne panni di nessuno, sono amico di Domenico Arcuri che stimo profondamente,
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ci sentiamo, lo ringrazio per fare una cosa che credo nessun altro di noi vorrebbe fare e in un momento certamente non facile. In un momento non facile per le democrazie, lo vediamo con le società degli Stati Uniti, vediamo le espressioni del capo del governo inglese, non è facile oggi fare politica, quindi lo dico con rispetto per chi lo fa, per tutti i civil servant, perché quella poi è certo un qualcosa che richiede anche un po’ da spiro e sacrificio e abnegazione. Cosa farei?
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Io penso che il problema dell’Italia sia un problema di difficoltà a gestire la complessità. Restiamo il paese degli 8.000 comuni, restiamo il paese che è diventato centralista in ritardo, restiamo il paese che è arrivato alla modernità.
29:32
con più fatica, nonostante fossimo stati in epoche che pregresse il centro del mondo, l’impero romano, il rinascimento, tutte le cose che sappiamo, poi in un certo punto si blocca il meccanismo e ci affacciamo al 900 in ritardo come educazione, come nutrizione, tutte le cose che sappiamo. Quindi penso che stiamo recuperando, penso che quello che dobbiamo fare è favorire appunto questa prenditorialità, questo amore che poi abbiamo tutto il paese da un lato e rende il tutto più facile. Trovo assurdo tutte le norme e codicilli, non so se ci sei trovato.
30:02
questo super bonus, il 110%, dovevo mettere a posto una casa di campagna e l’ho sfruttato da solo personalmente, ma anche con un ottimo commercialista e un ottimo architetto e c’ho le mani nei capelli. Passato un mese non capisco bene, quindi semplificare e poi probabilmente raccontarci meglio come si dice in Napolitano, perché non ci raccontiamo bene, se andiamo all’estero poi raccontiamo i nostri difetti e gli altri non lo fanno, pensare ai francesi che amano moltissimo, è un altro paese che adoro,
30:32
possiamo essere notevolmente meglio se semplifichiamo la nostra vita.
30:40
Grazie Paolo. Nello specifico, a livello di food, vedi che a livello di sistema è possibile dare una spinta, soprattutto verso l’export e verso la trazione di capitali esteri. Innanzitutto vedi un bene il fatto che aziende estere acquisiscano aziende italiane o lo vedi una sorta di invasione silente?
31:01
Io ti rispondo a questo punto che la mia massima ambizione è morire europeo. Penso che l’Italia, sia dando possa dare, darà un grande contributo all’Europa, ma dimensionalmente, per motivazioni che abbiamo ovviamente ripercolti, abbiamo tutta una abbastanza note, da soli non ce la facciamo. Penso che all’interno di un’Europa che funziona, quindi speriamo di riuscire a trovare una quadratura.
31:24
C’è stato come sappiamo tutti un eccesso di allargamento e quelli che ne hanno beneficiati di più in questi giorni, Unghi e Polonia, sono i più efficienti a cavaltare lo spirito europeo. Quindi penso che i dati, che sono il mio pensiero, dicono che l’Italia può avere una prospettiva importante all’interno dell’Europa, all’interno dell’Occidente, in un dialogo importante necessariamente con la Cina.
31:46
Anche qui una chiossa in esperienza dell’anno precedente mi sono trovato a dialogare con il Ministro dell’Industria in Cina grazie anche alla connessione, come sai, un investimento in classe editorie con Paolo Panerai che è stato uno dei primi ad aprire i dialoghi. È stato il primo occidentale a intervistare Deng Xiaoping, tanto per dirne una che fa parte della sua storia, e siamo messi a parlare con questo Ministro dell’Industria delle prospettive della Cina e dei vari paesi. La Cina ha un piano ventennale e un piano trentennale su qualunque paese e qualunque
32:16
tanto per cominciare, quindi sanno tutto di tutti. Ma la cosa più interessante è che questo signore prima di cominciare a parlare di romeri, di situazioni, di cose, anche lì che valutazioni sull’Italia, ci ha chiesto di percorrere insieme la storia dell’Impero Romano. Cioè, i cinesi studiano l’Impero Romano, sicuramente perché stanno cercando, con le idee della Seda, di replicarlo e in quelli casi li sono anche riusciti.
32:36
Quindi penso che l’Italia europea, l’Italia nel mondo occidentale, l’Italia con un dialogo aperto con l’Oriente possa avere straordinarie opportunità. Penso quindi che ci voglia molta apertura mentale e vedevo forse perché arrivano i soldi che il 63% di italiani pensano che l’Euro sia una cosa buona. Fin l’altro ieri tutti volevano tornare alla libretta. È una fase difficile, la humanità è un cambiamento di evo. Torno a una passione per la storia.
33:06
Ma l’evo moderno è finito, siamo entrando in un nuovo evo e non abbiamo cedizio, quindi non voglio starne gli occhi ne ori.
33:16
Paolo, sai cosa? Una delle precedente interviste l’ho fatta con Rodrigo Cipriani, che è il country manager di Alibaba, proprio perché parlavi del mercato cinese e del suo potenziale. Come vedi l’e-commerce, la plataforma, come strumento di espansione del commercio internazionale, soprattutto per la grande attenzione al Made in Italy e al food in particolare?
33:37
Ma vedo grandi opportunità, vedo che agriturismo di amici, anche qui piccola parentesi, li chiamava agriturismo anche quando sono delle dimore storiche, i francesi invece li chiamano chateau.
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sicurunque cosa. Ci sono agriturismo che sono gestiti da ex manager, persone che sono tornate da altre professioni che sono paere, adesso c’è il Covid, insomma prima erano prenotate per due anni. C’era una spoleto bellissima che non aveva una città di prenotazione per i due anni successivi, quindi qui probabilmente in passato avrebbe avuto difficoltà anche solo a far sapere che esisteva. Vedo più difficoltà per chi non è attrezzato culturalmente,
34:18
perché per esempio i vini italiani non riescono a stare facilmente sulla grattiforma Alibaba perché c’era tutto un sistema di presenza, un sistema di promozione, c’è un sistema di importatori adatti, la capacità distributiva.
34:32
Quindi torniamo al discorso della nicchia. La nicchia può essere una grandissima difesa, perché se fai il miglior barolo, non si ne accorgono tutti. E può tenere un problema nel sfidare i prezzi dei francesi che da 50 anni convincono il mondo che i loro vini sono migliori tutti. E in quelli casi lo sono, eh, sono ottivi i francesi. Quindi penso che ci sono vantaggi.
34:55
vedo quello del turismo da cavalcare e io vi sottolineo prima ho detto brevemente che siamo un paese folle a non avere il ministero del turismo e ancora più folle a metterlo dentro i beni culturali, che sono un ministero di protezione, per definizione non protegge archeologia, musei e quant’altro e questo il turismo ha bisogno di una spinta, quindi vedo il turismo molto avvantaggiato dalla digitalizzazione e vedo i prodotti in base alla capacità.
35:19
di promoverli all’internazionale. Citavo oggi con il direttore generale del Ministero di Agricoltura che se uno vuole acquistare la rassegna dei migliori oli italiani deve farlo il Land Ball che c’è a Central Park. Sono 20 metri di oli delle migliori qualità delle tutte le nicchie dei cultivari italiani. Se scendi sotto casa ne trovi tre. Quindi c’è gente che riesce a portare gli oli negli Stati Uniti e li vende a 50 dollari al litro e noi, nella nostra famiglia, a 8-9 euro.
35:49
conciamastorcia il naso. Quindi penso che il mondo voglia…
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Venire in Italia, voglio comprare prodotti italiani, dobbiamo essere noi capace di piegargli la qualità e farci pagare il giusto prezzo. Sì, diciamo che hai citato l’esempio del turismo quando ti chiedevo di Alibaba, ma proprio perché una delle piattaforme di Alibaba è proprio specifica sul turismo e credo anche che tu lo abbia citato perché è un fattore anche di traino del fu, nel senso l’attrazione dell’Italia credo sia derivante per tanti motivi, ma anche dall’attrazione enogastronomica, no?
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anche, spero di vederti concorde, che il discorso delle piattaforme e del loro potenziale che ancora utilizzato in maniera parziale sia legato al tema della cultura e della formazione di cui parlavamo in precedenza. Certo, ci si sono combinato gli aspetti, io penso che appunto partendo da un ritardo…
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che constatiamo il nostro ritardo di education, di cultura digitale, di disponibilità di fibra per altri paesi, però abbiamo comunque la provvidenza, la capacità di risparmio che c’è stata, un ceto medio che è stato molto resistente, sono degli assenti importanti, bisogna proteggerli però, perché un paese come dicevo prima che vuole vivere fino a cent’anni e non vuole avere bambini non ha futuro, o meglio è la fotografia di un paese che ha scelto di non avere futuro. E le donne, scusa non abbiamo citate, è un paese che
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di lavorare, di fare carriera, il paese al retrato. Penso si colleghi anche al problema della natalità a cui ti riferivi prima. Se non sono tutt’altro sul lavoro e sulla carriera, ovviamente è tutta ripercussione sulla sostenibilità, insomma di creare una nuova famiglia. Però ecco, io vedo tutto questo un’opportunità, credo che per avere dei cambiamenti radicali bisogna toccare il fondo.
37:31
Temo purtroppo che ci siamo vicini, ma credo anche che il fatto che siamo obbligati sia una grossa spinta al cambiamento. E sento, Paolo ti volevo chiedere questo, visto che citavi il tuo ruolo anche di interesse nelle startup, se dovessi avviare una nuova impresa sceglieresti l’Italia e per quale motivo?
37:51
Io ho due esperienze di startup, una buona. Come Gumbra abbiamo creato una piattaforma di startup nel settore agri che ha avuto successo perché si è fatto subito con dei roadshow per raccogliere un punto startup in tutti gli angoli del pianeta.
38:08
Sono venute volentieri le startup a Roma perché hanno capito che l’Italia era un laboratorio in molti casi di biodiversità, di nicchie differenze rispetto a paesi con grandi superfici e grandi agricolture. Però certamente superata la fase di seed, queste impese sono tornate in loro paese, sono andate in Inghilterra, sono andate in Olanda. La mia esperienza di maggior successo di startup è stata la creazione di una startup nel campo dell’arte, Artribune, che è un’altra piattaforma similgambero.
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..sì, è sconfatti…
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semplicità il gandolo dell’arte, nasce come editore, diventa consulente di grandi soggetti che vogliono fare pre-mostre e avere visibilità grazie al mondo dell’arte. Quindi in estrema sintesi devo dire della mia esperienza con le startup, meglio quelle nel campo della cultura se dovessi dire, di quelle nelle tecnologie perché non abbiamo poi il mercato finanziario, non abbiamo la benzina di grandi fondi internazionali.
39:08
gli asset portanti, la bellezza, la cultura, il cibo e tanto più abbiamo delle opportunità. Sì, credo che siano anche i nostri vantaggi competitivi, quindi condivido a pieno che insomma non è il paese che nasce per startup ma i punti di forza sono ben altri e quindi ben venga a utilizzare le leve maggiori che abbiamo a disponere.
39:29
Senti, come ultima domanda prima del riapilogo e delle raccomandazioni finali, ti volevo chiedere, vista la nostra attenzione consueta ai giovani, quali sono i tuoi suggerimenti per i giovani manager, imprenditori e consulenti italiani? E soprattutto cosa diresti a Paolo Cuccia ventenne?
39:50
Allora, che ci faceva? Partire dalla seconda, paucamente, era veramente un requieto e quindi non lo ascoltavamo, ma era un anno in cui si poteva probabilmente fare testa propria e c’erano certamente più opportunità per la nostra e per ogni generazione. Oggi è più difficile e devo dire che al contempo i giovani sono probabilmente più maturi, non torno a fare il paragone come me stesso, sono più consapevoli, sono nell’importanza
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di carriera ma anche dei valori importanti della vita. Io questo non ho statistiche, penso che abbiamo cinque figli, che hanno caratteristiche di attenzione, di sensibilità che forse…
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del mondo della fine dello secolo scorso, quando sono cresciuto io, era molto diverso. Di contro hanno a me opportunità economiche, non guadagnano mille euro, ma non guadagnano molto di più e questo probabilmente teniamo a discorso anche della natalità, della natalità a parte perché a un certo punto uno si innamora follevente, si sposa, comincia a comprare la casa, poi vengono i bambini, c’è un fenomeno che se ti manca, la fiducia anche nella possibilità di guadagnare, la fiducia, la possibilità di dare anche ai tuoi figli, a tua moglie delle prospettive diventa più difficile.
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specifico penso che viaggiare faccia benissimo, penso, ho fatto anch’io, all’epoca non era così frequente tra estero e Milano che per le mie generazioni Roma e Milano era già un po’ andare all’estero. Ho vissuto più di 20 anni fuori casa, oggi penso che queste opportunità non sono ne trovo in casa, bisogna andarle a trovare fuori come è ovvio che sia, penso che ci sia però tornando al discorso coniugando la sensibilità che vedono le nuove generazioni, la serie età.
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che sono, qualcuno ha detto delle cose orvende tra nostra politica che adesso è scomparso, diciamo che erano ciusi, ragazzi che volevano scegliere e non è così, sono generazioni molto serie, opportunità di raggiungere ai figli, di vederli in azienda, di vederli.
41:40
formazione con tutti i master, i corsi che abbiamo, ragazzi bravissimi. Penso andare all’estero, penso di non smettere mai di studiare, penso di andare anche in questo senso che ancora oggi apparentemente questi assetti italiani, come le chiamate anche tu, che oggi probabilmente non sono quelli più remunerativi e che invece possono tornare ad estero. Abbiamo visto le statistiche, abbiamo fatto degli studi, c’è tanta gente che torna alla terra ma avendo studiato un po’ la
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ci siano degli spazi interessanti probabilmente non con guadagni astronomici ma con una qualità della vita molto molto elevata e appunto con l’opportunità di offrire servizi prodotti irripetibili che nessuna fabbrica cinese potrà copiare mai.
42:29
Grazie Paolo, quindi siamo in chiusura. Ti volevo chiedere se hai un messaggio per gli ascoltatori, un messaggio finale con un epilogo e delle raccomandazioni che pensi siano utili per gli ascoltatori.
42:43
Avendo fatto questo passaggio finale sulla famiglia, che penso per molti di noi, ma nel mio caso sono stato anche qui molto fortunato, non soltanto i figli, ma anche i fratelli, i nipoti, siamo un clan di persone che si vogliono molto bene, penso a questi valori fondanti di un paese come il nostro, penso a un aspetto che nonostante i valori fondanti, la famiglia, la sensibilità, che per fortuna permangono, però è poco percepito il noi.
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per essere noi e probabilmente questo aspetto ha messo una mia sensibilità, è il piacere di lavorare in un’azienda dove le persone poi si stimino, si rispettino, ma anche perché l’individuo, la persona centro, è il nucleo centrale dell’umanità ma l’individualismo ne è un male e noi italiani siamo forti nella capacità di espressione di ciascuno che è determinante, questo è un prenotoriale, ma l’individualismo ci uccide, quindi se do
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perché come ho detto non le accettavo a vent’anni e quindi non voglio più, non pretendo che nessuno accetti le mie. Però credo che se ci sentiamo un po’ più noi, specialmente ora che veniamo a questa livella, avrebbe detto Totò, che ci ha ricordato che siamo tutti esseri umani, che siamo tutti a rischio, penso che si possa ripartire dal noi e noi può aiutare all’interno delle aziende, può aiutare tra aziende e clienti, molta condivisione, superare la divisione e condividere.
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Grazie Paolo, mi è piaciuta molto questa indicazione sul noi, non solo come gioco di squadra, ma con senso di appartenenza, mettendo magari da parte l’individualismo esasperato degli ultimi anni. Ma lasciami dire che mi piace il noi anche come plurale majestatis, perché credo che abbiamo bisogno di più orgoglio che ci dia la grinta per poter uscire da questa situazione e ritornare ai tempi d’oro che meritiamo.
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A questo punto io ringrazio Paolo Cuccia per la sua partecipazione, per averci raccontato la storia del Gambino Rosso, le sue prospettive e visioni sul food italiano e arrivederci a tutti al prossimo episodio. Grazie Paolo. Grazie a voi. Grazie per l’ascolto di questo episodio. Per i vostri suggerimenti e per eventuali collaborazioni o sponsorizzazioni potete inviare una mail a segreteria at insidefinance.it
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In alternativa, potete commentare con le vostre riflessioni e punti di vista le tematiche trattate nel podcast nella pagina LinkedIn di Inside Finance.